domenica 20 ottobre 2013

Dizionario di Geografia Umana : "A"

DIZIONARIO DI GEOGRAFIA UMANA
A

Abitabilità (Indice di). In una data area indica il rapporto tra il numero della POPOLAZIONE e il numero dei vani abitabili (esclusi la cucina, il bagno e il ripostiglio). In genere i tassi fino a 1,0 indicano condizioni di vita confortevoli, mentre con un tasso superiore a 2 si comincia a parlare di affollamento.
Abitante. Termine usato per indicare e quantificare i componenti della POPOLAZIONE di un PAESE, di una REGIONE, di una CITTA’. In GEOGRAFIA UMANA viene definito uomo-a. colui che occupa attivamente una parte del TERRITORIO che viene organizzando secondo determinati fini.
Abitazione. L’a. dell’uomo assume forme svariatissime, imposte oltre che da un determinato grado di civiltà anche dalla natura del terreno, dal clima e dal GENERE DI VITA del popolo che la costruisce. Dal rudimentale rifugio formato da una stuoia o da una corteccia sostenuta da due o più rami fino al moderno grattacielo in cemento armato, infinita risulta la gamma dei tipi di a. che l’ingegno ha creato. Basta ricordare come forme tipiche principali, i preistorici ripari in grotte dei TROGLODITI, i ricoveri intrecciati degli arboricoli, le capanne semisotterranee dei popoli sparsi dai tropici ai circoli polari.
Aborigeni. Storicamente a. sono le antiche popolazioni del Lazio; attualmente il termine è sinonimo di POPOLAZIONI autoctone o di popolazioni primitive o di popolazioni antichissime abitatrici di un luogo.
Accentrata (Popolazione). V. AGGLOMERATA (POPOLAZIONE).
Accessibilità. Indice della facilità ed efficienza con cui una località può essere raggiunta. Le LOCALITÀ CENTRALI presentano un elevato indice di a.; ciò non vale per le località periferiche.
Acclimatamento. V. ACCLIMATAZIONE.
Acclimatazione o acclimatamento o acclimazione. Capacità di adattamento di un essere vivente, animale o vegetale, a vivere in un clima diverso da quello originario. Tale adattamento può comportare delle modifiche di carattere morfologico e fisiologico. L’a. dell’uomo risulta più facile di quello degli altri esseri viventi, perché egli sfruttando le sue capacità intellettuali è più in grado di utilizzare le condizioni ambientali più adatte al suo organismo, tanto che riesce ad acclimatarsi in quasi tutte le REGIONI della Terra, a eccezione delle zone polari e delle aree montuose più elevate. Per la razza bianca l’a. appare più difficile nelle regioni tropicali basse, dove l’alta temperatura è accompagnata da eccesso di umidità. Per quanto riguarda l’a., le specie animali e vegetali si distinguono In cosmopolite (quelle che risentono poco della differenza di clima e di ambiente) e in localizzate (quelle che invece non possono sopportare tale differenza).
Accrescimento naturale della popolazione. Incremento quantitativo di POPOLAZIONE che si ottiene calcolando la differenza tra il numero dei nati e quello dei morti che si verifica in una data REGIONE terrestre. Si distingue tra tipo primitivo di a. n. con altissima NATALITÀ e alta MORTALITÀ (buona parte dell’Africa Nera e talune zone rurali dell’Asia sudorientale), tra tipo in via di sviluppo con natalità molto alta e mortalità in calo, grazie alla lotta contro le malattie endemiche e la graduale introduzione della medicina moderna (in Brasile, in America ispanica, in Africa Bianca e in numerosi Paesi del Medio ed Estremo Oriente), dove l’a. n. varia dal 20 al 30 per mille. Seguono poi il tipo a natalità diminuita e a bassissima mortalità e il tipo a bassa natalità e a bassa mortalità; il primo tipo riguarda gli Stati Uniti, il Canada, l’Argentina, l’Australia e la Nuova Zelanda con a. n. intorno al 15-10 per mille. Il secondo tipo di a. n. concerne i Paesi più sviluppati d’Europa, che registrano valori di circa il 2 per mille. A questi tipi principali si può aggiungere quello a uno stadio di sviluppo avanzato, comprendente Paesi come Formosa, Ceylon, Puerto Rico, Venezuela, Messico, Perù, Ecuador con a. n. attorno al 15 per mille.
Acculturazione. Processo di assimilazione di una data cultura da parte di un POPOLO che inizialmente le è estraneo; per a. s’intende anche l’assimilazione della civiltà moderna da parte di popoli dotati di culture primitive. In GEOGRAFIA UMANA risulta assai interessante studiare l’a., ad es. quella degli immigrati meridionali nell’ITALIA settentrionale.
Acquacoltura. V. PISCICOLTURA.
Aeroporto. Stazione per aeroplani dotata di piste di decollo e di atterraggio e di tutte le attrezzature e dei servizi indispensabili per il modernissimo mezzo di trasporto, dalla quale si irradiano le vane rotte (piccole, medie o grandi a seconda dell’importanza dell’a.) della navigazione aerea. Oltre che subordinata a esigenze di carattere meteorologico, l’ubicazione dell’a. in genere si porrà in zone circondate da terreni pianeggianti, lontano da depressioni e da zone che facilitino la formazione di banchi di nebbia. Inoltre l’a. deve essere collegato ad arterie stradali di una certa importanza, e indispensabile risulta il suo collegamento, con mezzi rapidi, con le stazioni ferroviarie e marittime. Le piste devono essere disposte tenendo conto dello spirare dei venti, della facilità di accesso dei rifornimenti, del pubblico e del personale addetto agli apparecchi e devono consentire un rapido avvicendamento dei velivoli in arrivo e in partenza. Da un punto di vista spaziale un a. si distingue, oltre che per le piste, per gli edifici per il personale e per il materiale, per i depositi in conformità a un vero piano regolatore. In un a. si trovano anche un ufficio meteorologico, una stazione marconigrafica, una stazione radiogoniometrica accanto a officine di riparazione e di manutenzione, accanto al servizio di pronto soccorso e al reparto antincendio. Sul piano funzionale gli a. possono essere classificati in regionali, nazionali, internazionali e intercontinentali . Gli Stati Uniti hanno il maggior numero di a. (circa 7000); il primo a. del mondo per numero di passeggeri (circa 50 milioni all’anno) è quello intercontinentale di Chicago, seguito da quello di Los Angeles e dai due a. di New York. Tra i primi dieci a. del mondo (con oltre 6 milioni di passeggeri all’anno) si collocano quelli di Londra, Tokyo e Parigi, seguiti da vicino dagli a. di Mosca, Osaka, Francoforte e Roma.

Affollamento (Indice di). v. ABITABILITÀ (INDICE DI).
Ager. Termine latino che in italiano significa campo e che viene usato in geografia per indicare il complesso delle terre coltivate dall’uomo. L’opposto di a. è il termine latino saltus che in italiano significa terreno a bosco o a pascolo e che sta a indicare il complesso delle terre non coltivate.
Agglomerata o accentrata (Popolazione). Dicesi di POPOLAZIONE urbana o rurale che vive nei CENTRI con elevata DENSITÀ. In genere l’INSEDIAMENTO rurale agglomerato prevale nell’Europa settentrionale e occidentale.
Agglomerato urbano. L’insieme più o meno regolare di edifici gli uni accanto agli altri che costituisce una città e il suo territorio urbanizzato. Generalmente un a. u. conta almeno 100.000 abitanti, per oltre il 65% occupati in attività non agricole. L’a. u. di New York, ad es., ammonta a più di 18 milioni di abitanti (1990), mentre la popolazione della città assomma a circa 7 milioni di abitanti.
Agglomerazione industriale. Concentrazione di fabbriche in aree poco estese.
Aggregato elementare. È composto da un gruppo di poche case senza luogo di raccolta e senza funzione attrattiva; l’Istat chiama l’a. e. NUCLEO.
Agricoltura. Arte e scienza di ricavare dal terreno la migliore qualità e la maggiore quantità di prodotti vegetali destinati al sostentamento e all’uso dell’uomo e degli animali a lui utili. In senso lato l’a. comprende anche l’ALLEVAMENTO e la PASTORIZIA.
Agricoltura asciutta. Si pratica in molte REGIONI asciutte del mondo tropicale, ove si coltivano terre asciutte in modo estensivo, con l’uso della zappa e dei lunghi “riposi” per riformare la fertilità del suolo. La densità demografica nelle aree di a. a. varia da 5 a 20 abitanti per kmq.
Agricoltura collettivistica. Tipo di organizzazione agricola che fu introdotto nell’ex URSS dopo la rivoluzione bolscevica e che è basato sui KOLKHOZ e sui SOVKHOZ.
Agricoltura di mercato. È l’AGRICOLTURA in cui la produzione è completamente destinata alla vendita.
Agricoltura di sussistenza. È un tipo di AGRICOLTURA in cui il contadino produce esclusivamente per il consumo della propria famiglia.
Agricoltura estensiva. Viene praticata su ampie superfici ed è di solito largamente meccanizzata. Nell’a. e. vengono investite basse quote di capitale o di forza lavoro; per es. la coltivazione dei cereali nel Canada e negli Stati Uniti centrali appartiene all’a. e.
Agricoltura Intensiva. È caratterizzata dall’impiego di quote di capitale e/o di manodopera relativamente elevate, investite su superfici agrarie relativamente piccole.
Agricoltura itinerante. Rappresenta un tipo di AGRICOLTURA in cui un dato terreno non viene utilizzato permanentemente, ad es. nelle foreste equatoriali popolazioni tecnicamente arretrate coltivano terreni diboscati, tramite la pratica del DEBBIO, per un anno o poco più e poi si spostano su un altro terreno.
Agricoltura mista. V. POLIC0LTURA.
Agriturismo. Tipo di turismo consistente nel soggiornare in zone iurali come ospiti di case coloniche. Consente di effettuare vendite dirette di prodotti agricoli ad acquirenti che raggiungono a tale scopo le zone di produzione. L’a. in Italia ha cominciato a diffondersi all’incirca a metà degli anni Settanta.
Agro alimentare. Nelle epoche passate, attorno a ogni cirrÀ, l’a. a. rappresentava un territorio destinato a colture intensive per produrre le derrate indispensabili alla vita dei cittadini. «Prima erano i coltivatori stessi a portare sul mercato i frutti del loro lavoro; poi sono subentrati i commercianti cittadini a raccogliere con autocarri i prodotti ortofrutticoli, il bestiame da macello e il latte per il fabbisogno urbano. Oggi molti dei prodotti alimentari vengono importati anche da lontane REGIOM specializzate, grazie ai trasporti più rapidi e alla tecnica del freddo (vagoni frigoriferi)» (P. Dagradi).
Agrocittà. Le a. consistono in grossi blocchi edilizi inseriti nelle campagne, ma provvisti di tutte le infrastrutture urbane.
Alberata. Tipo di sistemazione della vite nel quale la PIANTAGIONE, per lo più a filari, è costituita da viti accoppiate ad alberi (aceri, olmi, pioppi ecc., a seconda delle REGIONI) che hanno funzione di sostegno. L’a. è diffusa nelle pianure dell’Emilia-Romagna, del Veneto, della Lombardia e nelle zone collinari della Toscana e dell’Umbria.
Algocoltura. Coltura delle alghe, praticata soprattutto in Estremo Oriente (Giappone, Cina, Corea).
Alimentazione (Geografia dell’). La geografia dell’a. ha per oggetto di studio il rapporto uomo-ambiente che si costituisce ai fini della sopravvivenza. Purtroppo sulla Terra, accanto alle aree del benessere, esistono aree della FAME e aree dell’alimentazione scarsa, sensibilmente inferiore alle 2800-3000 calorie giornaliere pro capite. Il contrasto tra Paesi ricchi e Paesi poveri si esprime anche sul piano alimentare, indicando drammaticamente l’urgenza di risolvere il problema dell’a. per centinaia di milioni di individui. Nei Paesi sottosviluppati il 20% circa della popolazione soffre la fame e il 70% circa appare malnutrito.
Allevamento. Attività economica molto antica che si prefigge il razionale sviluppo e l’alimentazione degli animali allo scopo di ricavarne carne, latte, uova, lana, seta, pelli, letame e forza muscolare. L’a. è intensivo se praticato su prati artificiali o in stalle, estensivo se è brado (cioè all’aperto), ad es. in REGIONI di prateria naturale, come negli Stati Uniti, in Argentina e in Uruguay. L’a. dell’India è definito “sentimentale” (Veyret) in quanto la religione dominante vieta l’uccisione degli animali per alimentarsi.
Allogeni. Sono quei cittadini di uno Stato che per razza, lingua, cultura e religione si differenziano dal resto della POPOLAZIONE:
ad es. le minoranze tedesche dell’Alto Adige e quelle slave della Venezia Giulia.
Alloglotti. I cittadini che quotidianamente parlano una lingua diversa da quella ufficiale o predominante in un dato Stato.
Alpe. Zona montana comprendente abitazioni temporanee (con installazioni accessorie per il bestiame e la lavorazione dei prodotti dell’ALLEVAMENTO), pascoli, prati naturali e boschi in cui il bestiame nei mesi estivi viene condotto a pascolare.
Alpeggio. Consiste nelle migrazioni stagionali (nei mesi estivi) di bovini od ovini in montagna (dai 1200 ai 2500 m d’altezza), tipiche delle Alpi da cui deriva il termine a. L’a. è chiamato anche MONTICAZIONE o ESTATURA.
Altimetrico (Limite). Ogni coltura ha un preciso 1. a. al di sopra del quale non si verifica la sua maturazione; di conseguenza diminuisce il numero degli abitanti e si profila il I. a. dell’insediamento umano, all’incirca in corrispondenza del punto ove cessano le colture. «Esiste un limite altimetrico superiore per ogni coltura, limite che si abbassa di mano in mano che ci si allontana dall’Equatore. Nelle REGIONI tropicali il raffreddamento dovuto all’altitudine è controbilanciato dal riscaldamento dovuto alla maggiore vicinanza all’Equatore: qui si coltivano fino a 2000-2500 m gli stessi cereali che alle nostre latitudini non superano i 1200 m di quota, e crescono fino a 3500 m le patate che in Scozia non superano i 1000 m» (P. Dagradi).
Ambientalismo. V. DETERMINISMO.
Amerindi. Chiamati INDIANI dai primi Europei che, sbarcati nel Nuovo Mondo, credevano di avere raggiunto l’India, gli a. presentano caratteri di tipo MONGOLOIDE, e risultano attualmente numerosi specialmente nelle zone tropicali; ma gli a. a noi più noti sono i Pellirosse che vivono nelle praterie degli Stati Uniti, ridotti a meno di un milione.
Analisi della minor distanza. Metodo che consiste nel misurare, in una determinata area e per tutti i punti che si è convenuto considerare, le distanze in linea d’aria esistenti fra ogni punto e quello più vicino. La somma delle distanze osservate viene, poi, suddivisa per il numero di punti presi in considerazione, ottenendo così la media delle minori distanze dell’area. Poi si calcola la distanza media prevedibile teoricamente, che si ottiene dividendo la superficie dell’area per il numero degli oggetti considerati, estraendone la radice e dividendo il risultato per due. Infine si mettono in rapporto le medie delle due distanze (l’osservata e la teorica), ottenendo un indice; il valore dell’indice varierà da zero (a cui corrisponde la massima agglomerazione possibile) a 2,15 (a cui corrisponde invece una distribuzione perfetta ad esagoni, ciascuno con al centro ad es. una crrrÀ). L’a. della m. d., con l’impiego del suddetto indice, consente di ottenere misure esatte dei caratteri distributivi di insiemi di oggetti in un’area determinata, ad es. si può applicare alla distribuzione degli insediamenti urbani in una data zona.
Analisi spaziale. In geografia umana è l’analisi dei rapporti tra luoghi e tra aree, soprattutto dal punto di vista dei fenomeni sociali, allo scopo di spiegare i modi con cui i fenomeni sociali si proiettano nello spazio. L’a. s. si è diffusa specialmente negli anni Sessanta ad opera di alcuni geografi anglosassoni.
Anecumène. Si designano con questo termine i territori della Terra disabitati. L’a. non comprende soltanto le calotte polari, ma anche le REGIONI disabitate sparse per l’EcuMÈNE come i deserti, le foreste vergini, le paludi e le zone di alta montagna: attualmente secondo l’Ortolani l’a. si estende su 27,3 milioni di kmq.
Antropogeografia. V. GEOGRAFIA UMANA.
Antropogeografiche (Leggi). Le principali L. a. secondo Maull (1887-1957) e Lorenzi (1874-1948) sono:
1.       la legge della causalità;
2.       la legge dell’intermediario, cioè delle azioni indirette della natura sull’uomo;
3.       la legge del mutamento dei rapporti;
4.       la legge dello sviluppo storico;
5.       la legge dell’emigrazione e della trasmissione (i gruppi umani che emigrano, e ciò avviene per lo squilibrio tra l’entità della popolazione e le risorse del territorio abitato, trasmettono il loro patrimonio culturale all’ambiente che vanno ad abitare, ma ne subiscono anche l’influenza in varia misura);
6.       la legge della persistenza dell’attività umana (un dato paesaggio antropico mantiene le sue caratteristiche se l’uomo persiste nella sua azione di opposizione al disfacimento naturale; 7. la legge di correlazione (tra i vari fenomeni i rapporti sono reciproci e complessi).
Apartheid. Termine inglese che nella Repubblica Sudafricana a lungo ha designato la politica di segregazione razziale nei confronti della popolazione di colore, che così veniva limitata nei diritti politici e civili. Nel 1991 sono state abrogate le leggi fondamentali su cui si reggeva il sistema dell’a.
Arabi. Popolazione del ramo occidentale dei semiti. Forse originari della penisola arabica meridionale, fino a Maometto furono divisi in tribù prevalentemente nomadi al Nord, sedentarie e agricole al Sud: praticavano la religione politeistica. L’islam (cioè la religione fondata da Maometto) dette loro unità religiosa e politica e fu la molla dell’espansionismo arabo (secoli VII - IX) in Siria, in Persia, in Palestina, in Africa, in Spagna e in Sicilia.
Aratro. In AGRICOLTURA il primo strumento fu la zappa, ma un decisivo progresso agricolo si verificò con l’uso dell’a., certamente diffuso in Egitto e in Mesopotamia (v millennio a.C.) con la cerealicoltura e con l’ALLEVAMENTO degli animali da tiro.
Arboricoltura. L’insieme delle pratiche relative alla coltivazione delle piante legnose, specialmente di quelle da frutto, ma anche di quelle ornamentali e di quelle boschive. In Italia l’albero è usato spesso come sostegno di altri tipi di coltura (coltura promiscua), oppure costituisce coltura specializzata, diversificata da REGIONE a regione (alberi da frutto, ulivi, agrumi ecc.). L’a. moderna origina un particolare tipo di PAESAGGIO agrario, con alberi disposti in filari a distanza regolare, che consentono il passaggio di macchine agricole per la manutenzione e il raccolto.
Archeologia industriale. L’a. i. si occupa dei resti fisici della Rivoluzione industriale: opifici, magazzini, DOCKS, impianti minerari, macchine, case operaie, villaggi ecc. Spetta alla Gran Bretagna, aill’incirca nel 1960, la creazione di questo campo di studi.
Area dl attrazione odi influenza. In GEOGRAFIA URBANA indica il territorio più o meno vasto e più o meno distante su cui si esercita il potere d’attrazione della CITTA’. L’a. di a. di una città varia in funzione di condizioni diversissime, sia economico-sociali che politiche.
Area metropolitana. L’area situata attorno ad una grande città (METROPOLI) su cui gravita per i vari servizi e da cui dipende. Tra le più popolose a. m., citiamo quella di New York.
Area urbanizzata. Consiste non soltanto in una zona con un AGGLOMERATO URBANO vero e proprio, ma anche in un’area con un centro di grandezza appena mediocre, con una popolazione fitta non dedita in prevalenza all’AGRICOLTURA; un esempio di a. u. è Dato dall’Alto Milanese.
Aree sociali. Sono le unità urbane destinate a fini sociali; vengono in considerazione in quanto si tratta di settori dell’articolazione funzionale.
Aridocoltura. In inglese ‘dry farming’, cioè coltivazione a secco; sistema di coltivazione nelle REGIONI a clima subdesertico o semiarido, con terreni non irrigabili e con precipitazioni medie annue inferiori a 500 mm: consiste in una opportuna lavorazione del suolo, allo scopo di fargli immagazzinare il più possibile l’acqua delle scarse precipitazioni. L’umidità del suolo viene conservata mediante strati di paglia o di terriccio e con un dissodamento molto fitto.
Armeni. POPOLAZIONE indoeuropea, ora stanziata in parte nella repubblica ex sovietica dell’Armenia, in parte in Turchia, in Romania, in Ungheria, in Iran, in Europa e negli Stati Uniti. La “questione armena” è sorta alla fine del secolo scorso a causa dei massacri di Armeni compiuti dai Turchi e della diaspora che ne è seguita. Oggi gli Armeni costituiscono una minoranza cristiana nella Turchia islamica.
Artigianato. Antico sistema produttivo che viene esercitato in proprio o con l’aiuto di pochi dipendenti generalmente in una bottega. Nell’età contemporanea l’a. assolve compiti economici e produttivi di non trascurabile importanza, specialmente nei piccoli CENTRI e nelle campagne; l’a. è presente anche nei grandi centri, limitatamente a quei prodotti che per le loro caratteristiche artistiche o di lusso sono e saranno sempre fabbricati all’interno di una modesta bottega artigianale.
Assi di sviluppo. Gli ordinamenti economico-spaziali possono svilupparsi in modo lineare, lungo appunto gli a. di s.
Attiva (Popolazione). V. POPOLAZIONE ATTIVA.
Attività (Tasso di). Rapporto percentuale tra la POPOLAZIONE ATTIVA e il totale della popolazione in una data area. In linea di massima il t. di a. è tanto più elevato quanto maggiore è la proporzione di adulti e di donne attive, quanto più varie sono le occupazioni, quanto più numerosi sono gli immigrati e quanto meno numerosi sono gli emigrati.
Attività commerciale o commercio. La differente distribuzione delle MATERIE PRIME e dei prodotti lavorati nei diversi Paesi rende necessario lo scambio dei beni tra i vari territori abitati e genera quel complesso di fatti economici chiamato a. c. L’a. c. occupa una posizione preponderante nell’ambito del settore terziario, sia perché assorbe una notevole aliquota di POPOLAZIONE A1TIVA, sia per la varietà e complessità delle forme sotto cui si presenta. Il commercio può essere interno, cioè fondato sull’insieme degli scambi entro i confini di uno stesso Stato o estero, quando gli scambi avvengono con i Paesi stranieri.
Attività di base (Teoria delle). La t. delle a. di b. si fonda sul principio che vanno considerate le attività urbane rivolte verso l’esterno e non quelle collegate semplicemente alla sussistenza. I beni e le prestazioni fruibili dalla POPOLAZIONE esterna alla città corrispondono alle funzioni basilari (di base); quanto più consistente è l’insieme di beni e di servizi che la città invia all’esterno, tanto più elevato è il livello funzionale della città. Le funzioni non di base, ma banali consistono nei beni e nei servizi all’interno della città, offerti per il soddisfacimento dei bisogni della popolazione.
Attività industriale o industria. Attività economica che si prefigge la trasformazione delle MATERIE PRIME in prodotti finiti, pronti per l’uso o in altri prodotti destinati a essere ulteriormente trasformati. L’i. viene detta di assemblaggio quando assembla varie parti ottenendo un prodotto finito, ad es. l’i. automobilistica che assembla motori, carrozzerie, ruote, parti elettriche ecc., spesso costruite da fabbriche diverse. L’i. di assemblaggio utilizza prodotti che hanno già subito una trasformazione, a differenza ad es. dell’i, siderurgica che utilizza materie prime come carbone, calcare e minerali ferrosi. L’i. può essere leggera o pesante: la prima, che non richiede l’installazione di grandi impianti fissi e che produce beni di piccola mole e di largo consumo, comprende l’i. tessile, alimentare, cartaria, del legno, dell’abbigliamento, artistica, grafica ecc.; la seconda include l’i. sidero-metallurgica, l’i. chimica e quella meccanica. L’i. pesante, che esige l’installazione di grandi Impianti fissi, si distingue dall’i. leggera per l’impiego di materie prime voluminose e pesanti, il cui prodotto finito ha un basso valore aggiunto per unità di peso. Statisticamente le i. vengono classificate in piccole, medie e grandi, in base al numero di addetti. Per i fattori della localizzazione industriale v. LOCALIZZAZIONE INDUSTRIALE.
Attività quaternarie. Comprendono le attività superiori come quelle della cultura e della scienza, della direzione politica e della dirigenza d’impresa, della ricerca tecnologica e dell’analisi di mercato.
Attività terziarie. Tra le a. t. emergono i trasporti e il COMMERCIO, seguono il TURISMO, l’attività creditizia, assicurativa, quella svolta dai liberi professionisti e dalla privata e pubblica amministrazione; infine compaiono “i servizi” in senso più stretto, come i servizi industriali, civici, domestici ecc. In un dato Paese più le a. t. sono sviluppate e maggiori sono il grado di civiltà e il livello di vita raggiunti.
Australoide. Ramo delle razze umane che comprende quattro tipi principali: il tipo australiano propriamente detto, localizzato in Australia; il tipo tasmaniano, estinto nel 1876 e isolato geograficamente in Tasmania; il tipo melanesiano, che abita le isole della Nuova Caledonia e quelle delle Nuove Ebridi; infine il tipo papua- no, tipico della Nuova Guinea. Caratteristiche comuni: colore della pelle da bruno scuro a nerastro, capelli scuri e ondulati, cranio prevalentemente dolicocefalo, fronte bassa e prominente e prognatiSmO più o meno evidenziato.
Autarchia. Termine greco che in italiano significa ‘autosufficienza’. Politica mirante a rendere l’ECONOMIA di uno Stato indipendente dagli scambi con l’estero; ciò è avvenuto in Italia durante il fascismo, ma i risultati sono stati negativi ed è aumentata la POVERTÀ del PAESE.
Autoconsumo. Consumo totale o parziale di beni e di servizi da parte degli stessi produttori. L’a. è presente soprattutto nell’AGRICOLTURA e nei settori a essa assimilati (pesca); un alto grado di a., cioè una forte quota di produzione sottratta al MERCATO, indica in genere condizioni di arretratezza economica.
Autostrada. Strada libera o a pedaggio adibita esclusivamente alla circolazione veloce di autoveicoli. Sue caratteristiche: separazione da ogni altra arteria stradale, lunghi rettifili, curve larghe, diverse corsie di scorrimento, isolamento da ogni CENTRO abitato e accessi e uscite a senso unico. La costruzione di a. introduce nel PAESAGGIO elementi del tutto imprevisti e stabilisce una nuova gerarchia tra i centri abitati, sovvertendo i valori fondiari dei terreni attraversati dall’a. Le vecchie strade si raccordavano al paesaggio, l’a. invece si isola dal contesto ambientale, che le rimane del tutto estraneo e soltanto in corrispondenza degli svincoli ha un effetto polarizzante.
Avamporto. PORTO ausiliario, situato allo sbocco di un estuario lungo il quale il porto principale è ubicato a una distanza tale da renderne difficile l’accesso; per es. Cuxaven per Amburgo, Wesermunde per Brema.
Avanmare. Tratto di mare antistante un PORTO, che viene solcato da navi che attraccano o salpano dal porto stesso.

Azzonamento. Suddivisione del TERRITORIO in parti a destinazione d’uso diversa, specificata da una normativa come nel piano urbanistico; mediante l’a. si controlla e si indirizza lo sviluppo delle diverse zone. L’a. definisce la forma, il dimensionamento e il collegamento delle singole parti della città; fissa l’uso del suolo e degli edifici, i terreni con divieto di edificabilità e quelli rurali, e guida inoltre lo sviluppo della comunità anche con l’indicazione dei servizi. Tra le prime città ad usare l’a. fu Berlino nell’Ottocento ad opera dell’urbanista R. Baumeister che divise la città in tre zone: industriali (da ubicare in periferia e presso corsi d’acqua e linee ferroviarie), commerciali (da ubicare in aree più vicine al CENTRO) e residenziali (a più diretto contatto con la campagna).

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