DIZIONARIO DI GEOGRAFIA UMANA
A
Abitabilità (Indice di). In una data area indica il rapporto tra il
numero della POPOLAZIONE e il numero dei vani abitabili (esclusi la cucina, il
bagno e il ripostiglio). In genere i tassi fino a 1,0 indicano condizioni di
vita confortevoli, mentre con un tasso superiore a 2 si comincia a parlare di
affollamento.
Abitante. Termine usato per indicare e quantificare i componenti
della POPOLAZIONE di un PAESE, di una REGIONE, di una CITTA’. In GEOGRAFIA
UMANA viene definito uomo-a. colui che occupa attivamente una parte del
TERRITORIO che viene organizzando secondo determinati fini.
Abitazione. L’a. dell’uomo assume forme svariatissime, imposte
oltre che da un determinato grado di civiltà anche dalla natura del terreno,
dal clima e dal GENERE DI VITA del popolo che la costruisce. Dal rudimentale
rifugio formato da una stuoia o da una corteccia sostenuta da due o più rami
fino al moderno grattacielo in cemento armato, infinita risulta la gamma dei
tipi di a. che l’ingegno ha creato. Basta ricordare come forme tipiche
principali, i preistorici ripari in grotte dei TROGLODITI, i ricoveri
intrecciati degli arboricoli, le capanne semisotterranee dei popoli sparsi dai
tropici ai circoli polari.
Aborigeni. Storicamente a. sono le antiche popolazioni del Lazio;
attualmente il termine è sinonimo di POPOLAZIONI autoctone o di popolazioni
primitive o di popolazioni antichissime abitatrici di un luogo.
Accentrata (Popolazione). V. AGGLOMERATA (POPOLAZIONE).
Accessibilità. Indice della facilità ed efficienza con cui una
località può essere raggiunta. Le LOCALITÀ CENTRALI presentano un elevato
indice di a.; ciò non vale per le località periferiche.
Acclimatamento. V. ACCLIMATAZIONE.
Acclimatazione o acclimatamento o acclimazione. Capacità di
adattamento di un essere vivente, animale o vegetale, a vivere in un clima
diverso da quello originario. Tale adattamento può comportare delle modifiche
di carattere morfologico e fisiologico. L’a. dell’uomo risulta più facile di
quello degli altri esseri viventi, perché egli sfruttando le sue capacità
intellettuali è più in grado di utilizzare le condizioni ambientali più adatte
al suo organismo, tanto che riesce ad acclimatarsi in quasi tutte le REGIONI
della Terra, a eccezione delle zone polari e delle aree montuose più elevate.
Per la razza bianca l’a. appare più difficile nelle regioni tropicali basse,
dove l’alta temperatura è accompagnata da eccesso di umidità. Per quanto
riguarda l’a., le specie animali e vegetali si distinguono In cosmopolite
(quelle che risentono poco della differenza di clima e di ambiente) e in
localizzate (quelle che invece non possono sopportare tale differenza).
Accrescimento naturale della popolazione. Incremento quantitativo
di POPOLAZIONE che si ottiene calcolando la differenza tra il numero dei nati e
quello dei morti che si verifica in una data REGIONE terrestre. Si distingue
tra tipo primitivo di a. n. con altissima NATALITÀ e alta MORTALITÀ (buona
parte dell’Africa Nera e talune zone rurali dell’Asia sudorientale), tra tipo
in via di sviluppo con natalità molto alta e mortalità in calo, grazie alla
lotta contro le malattie endemiche e la graduale introduzione della medicina
moderna (in Brasile, in America ispanica, in Africa Bianca e in numerosi Paesi
del Medio ed Estremo Oriente), dove l’a. n. varia dal 20 al 30 per mille. Seguono
poi il tipo a natalità diminuita e a bassissima mortalità e il tipo a bassa
natalità e a bassa mortalità; il primo tipo riguarda gli Stati Uniti, il
Canada, l’Argentina, l’Australia e la Nuova Zelanda con a. n. intorno al 15-10
per mille. Il secondo tipo di a. n. concerne i Paesi più sviluppati d’Europa,
che registrano valori di circa il 2 per mille. A questi tipi principali si può
aggiungere quello a uno stadio di sviluppo avanzato, comprendente Paesi come
Formosa, Ceylon, Puerto Rico, Venezuela, Messico, Perù, Ecuador con a. n.
attorno al 15 per mille.
Acculturazione. Processo di assimilazione di una data cultura da
parte di un POPOLO che inizialmente le è estraneo; per a. s’intende anche
l’assimilazione della civiltà moderna da parte di popoli dotati di culture
primitive. In GEOGRAFIA UMANA risulta assai interessante studiare l’a., ad es.
quella degli immigrati meridionali nell’ITALIA settentrionale.
Acquacoltura. V. PISCICOLTURA.
Aeroporto. Stazione per aeroplani dotata di piste di decollo e di
atterraggio e di tutte le attrezzature e dei servizi indispensabili per il
modernissimo mezzo di trasporto, dalla quale si irradiano le vane rotte
(piccole, medie o grandi a seconda dell’importanza dell’a.) della navigazione
aerea. Oltre che subordinata a esigenze di carattere meteorologico,
l’ubicazione dell’a. in genere si porrà in zone circondate da terreni
pianeggianti, lontano da depressioni e da zone che facilitino la formazione di
banchi di nebbia. Inoltre l’a. deve essere collegato ad arterie stradali di una
certa importanza, e indispensabile risulta il suo collegamento, con mezzi
rapidi, con le stazioni ferroviarie e marittime. Le piste devono essere
disposte tenendo conto dello spirare dei venti, della facilità di accesso dei
rifornimenti, del pubblico e del personale addetto agli apparecchi e devono
consentire un rapido avvicendamento dei velivoli in arrivo e in partenza. Da un
punto di vista spaziale un a. si distingue, oltre che per le piste, per gli
edifici per il personale e per il materiale, per i depositi in conformità a un
vero piano regolatore. In un a. si trovano anche un ufficio meteorologico, una
stazione marconigrafica, una stazione radiogoniometrica accanto a officine di
riparazione e di manutenzione, accanto al servizio di pronto soccorso e al reparto
antincendio. Sul piano funzionale gli a. possono essere classificati in
regionali, nazionali, internazionali e intercontinentali . Gli Stati Uniti
hanno il maggior numero di a. (circa 7000); il primo a. del mondo per numero di
passeggeri (circa 50 milioni all’anno) è quello intercontinentale di Chicago,
seguito da quello di Los Angeles e dai due a. di New York. Tra i primi dieci a.
del mondo (con oltre 6 milioni di passeggeri all’anno) si collocano quelli di
Londra, Tokyo e Parigi, seguiti da vicino dagli a. di Mosca, Osaka, Francoforte
e Roma.
Affollamento (Indice di). v. ABITABILITÀ (INDICE DI).
Ager. Termine latino che in italiano significa campo e che viene
usato in geografia per indicare il complesso delle terre coltivate dall’uomo.
L’opposto di a. è il termine latino saltus che in italiano significa terreno a
bosco o a pascolo e che sta a indicare il complesso delle terre non coltivate.
Agglomerata o accentrata (Popolazione). Dicesi di POPOLAZIONE
urbana o rurale che vive nei CENTRI con elevata DENSITÀ. In genere l’INSEDIAMENTO
rurale agglomerato prevale nell’Europa settentrionale e occidentale.
Agglomerato urbano. L’insieme più o meno regolare di edifici gli uni
accanto agli altri che costituisce una città e il suo territorio urbanizzato.
Generalmente un a. u. conta almeno 100.000 abitanti, per oltre il 65% occupati
in attività non agricole. L’a. u. di New York, ad es., ammonta a più di 18
milioni di abitanti (1990), mentre la popolazione della città assomma a circa 7
milioni di abitanti.
Agglomerazione industriale. Concentrazione di fabbriche in aree
poco estese.
Aggregato elementare. È composto da un gruppo di poche case senza
luogo di raccolta e senza funzione attrattiva; l’Istat chiama l’a. e. NUCLEO.
Agricoltura. Arte e scienza di ricavare dal terreno la migliore
qualità e la maggiore quantità di prodotti vegetali destinati al sostentamento
e all’uso dell’uomo e degli animali a lui utili. In senso lato l’a. comprende
anche l’ALLEVAMENTO e la PASTORIZIA.
Agricoltura asciutta. Si pratica in molte REGIONI asciutte del
mondo tropicale, ove si coltivano terre asciutte in modo estensivo, con l’uso
della zappa e dei lunghi “riposi” per riformare la fertilità del suolo. La
densità demografica nelle aree di a. a. varia da 5 a 20 abitanti per kmq.
Agricoltura collettivistica. Tipo di organizzazione agricola che fu
introdotto nell’ex URSS dopo la rivoluzione bolscevica e che è basato sui
KOLKHOZ e sui SOVKHOZ.
Agricoltura di mercato. È l’AGRICOLTURA in cui la produzione è
completamente destinata alla vendita.
Agricoltura di sussistenza. È un tipo di AGRICOLTURA in cui il
contadino produce esclusivamente per il consumo della propria famiglia.
Agricoltura estensiva. Viene praticata su ampie superfici ed è di
solito largamente meccanizzata. Nell’a. e. vengono investite basse quote di
capitale o di forza lavoro; per es. la coltivazione dei cereali nel Canada e
negli Stati Uniti centrali appartiene all’a. e.
Agricoltura Intensiva. È caratterizzata dall’impiego di quote di
capitale e/o di manodopera relativamente elevate, investite su superfici
agrarie relativamente piccole.
Agricoltura itinerante. Rappresenta un tipo di AGRICOLTURA in cui
un dato terreno non viene utilizzato permanentemente, ad es. nelle foreste
equatoriali popolazioni tecnicamente arretrate coltivano terreni diboscati,
tramite la pratica del DEBBIO, per un anno o poco più e poi si spostano su un
altro terreno.
Agricoltura mista. V. POLIC0LTURA.
Agriturismo. Tipo di turismo consistente nel soggiornare in zone
iurali come ospiti di case coloniche. Consente di effettuare vendite dirette di
prodotti agricoli ad acquirenti che raggiungono a tale scopo le zone di
produzione. L’a. in Italia ha cominciato a diffondersi all’incirca a metà degli
anni Settanta.
Agro alimentare. Nelle epoche passate, attorno a ogni cirrÀ, l’a.
a. rappresentava un territorio destinato a colture intensive per produrre le
derrate indispensabili alla vita dei cittadini. «Prima erano i coltivatori
stessi a portare sul mercato i frutti del loro lavoro; poi sono subentrati i
commercianti cittadini a raccogliere con autocarri i prodotti ortofrutticoli,
il bestiame da macello e il latte per il fabbisogno urbano. Oggi molti dei
prodotti alimentari vengono importati anche da lontane REGIOM specializzate,
grazie ai trasporti più rapidi e alla tecnica del freddo (vagoni frigoriferi)»
(P. Dagradi).
Agrocittà. Le a. consistono in grossi blocchi edilizi inseriti
nelle campagne, ma provvisti di tutte le infrastrutture urbane.
Alberata. Tipo di sistemazione della vite nel quale la PIANTAGIONE,
per lo più a filari, è costituita da viti accoppiate ad alberi (aceri, olmi,
pioppi ecc., a seconda delle REGIONI) che hanno funzione di sostegno. L’a. è
diffusa nelle pianure dell’Emilia-Romagna, del Veneto, della Lombardia e nelle
zone collinari della Toscana e dell’Umbria.
Algocoltura. Coltura delle alghe, praticata soprattutto in Estremo
Oriente (Giappone, Cina, Corea).
Alimentazione (Geografia dell’). La geografia dell’a. ha per
oggetto di studio il rapporto uomo-ambiente che si costituisce ai fini della
sopravvivenza. Purtroppo sulla Terra, accanto alle aree del benessere, esistono
aree della FAME e aree dell’alimentazione scarsa, sensibilmente inferiore alle
2800-3000 calorie giornaliere pro capite. Il contrasto tra Paesi ricchi e Paesi
poveri si esprime anche sul piano alimentare, indicando drammaticamente
l’urgenza di risolvere il problema dell’a. per centinaia di milioni di
individui. Nei Paesi sottosviluppati il 20% circa della popolazione soffre la
fame e il 70% circa appare malnutrito.
Allevamento. Attività economica molto antica che si prefigge il
razionale sviluppo e l’alimentazione degli animali allo scopo di ricavarne
carne, latte, uova, lana, seta, pelli, letame e forza muscolare. L’a. è
intensivo se praticato su prati artificiali o in stalle, estensivo se è brado
(cioè all’aperto), ad es. in REGIONI di prateria naturale, come negli Stati
Uniti, in Argentina e in Uruguay. L’a. dell’India è definito “sentimentale”
(Veyret) in quanto la religione dominante vieta l’uccisione degli animali per
alimentarsi.
Allogeni. Sono quei cittadini di uno Stato che per razza, lingua,
cultura e religione si differenziano dal resto della POPOLAZIONE:
ad es. le minoranze tedesche
dell’Alto Adige e quelle slave della Venezia Giulia.
Alloglotti. I cittadini che quotidianamente parlano una lingua
diversa da quella ufficiale o predominante in un dato Stato.
Alpe. Zona montana comprendente abitazioni temporanee (con
installazioni accessorie per il bestiame e la lavorazione dei prodotti
dell’ALLEVAMENTO), pascoli, prati naturali e boschi in cui il bestiame nei mesi
estivi viene condotto a pascolare.
Alpeggio. Consiste nelle migrazioni stagionali (nei mesi estivi) di
bovini od ovini in montagna (dai 1200 ai 2500 m d’altezza), tipiche delle Alpi
da cui deriva il termine a. L’a. è chiamato anche MONTICAZIONE o ESTATURA.
Altimetrico (Limite). Ogni coltura ha un preciso 1. a. al di sopra
del quale non si verifica la sua maturazione; di conseguenza diminuisce il
numero degli abitanti e si profila il I. a. dell’insediamento umano,
all’incirca in corrispondenza del punto ove cessano le colture. «Esiste un limite
altimetrico superiore per ogni coltura, limite che si abbassa di mano in mano
che ci si allontana dall’Equatore. Nelle REGIONI tropicali il raffreddamento
dovuto all’altitudine è controbilanciato dal riscaldamento dovuto alla maggiore
vicinanza all’Equatore: qui si coltivano fino a 2000-2500 m gli stessi cereali
che alle nostre latitudini non superano i 1200 m di quota, e crescono fino a
3500 m le patate che in Scozia non superano i 1000 m» (P. Dagradi).
Ambientalismo. V. DETERMINISMO.
Amerindi. Chiamati INDIANI dai primi Europei che, sbarcati nel
Nuovo Mondo, credevano di avere raggiunto l’India, gli a. presentano caratteri
di tipo MONGOLOIDE, e risultano attualmente numerosi specialmente nelle zone
tropicali; ma gli a. a noi più noti sono i Pellirosse che vivono nelle praterie
degli Stati Uniti, ridotti a meno di un milione.
Analisi della minor distanza. Metodo che consiste nel misurare, in
una determinata area e per tutti i punti che si è convenuto considerare, le
distanze in linea d’aria esistenti fra ogni punto e quello più vicino. La somma
delle distanze osservate viene, poi, suddivisa per il numero di punti presi in
considerazione, ottenendo così la media delle minori distanze dell’area. Poi si
calcola la distanza media prevedibile teoricamente, che si ottiene dividendo la
superficie dell’area per il numero degli oggetti considerati, estraendone la
radice e dividendo il risultato per due. Infine si mettono in rapporto le medie
delle due distanze (l’osservata e la teorica), ottenendo un indice; il valore
dell’indice varierà da zero (a cui corrisponde la massima agglomerazione
possibile) a 2,15 (a cui corrisponde invece una distribuzione perfetta ad
esagoni, ciascuno con al centro ad es. una crrrÀ). L’a. della m. d., con
l’impiego del suddetto indice, consente di ottenere misure esatte dei caratteri
distributivi di insiemi di oggetti in un’area determinata, ad es. si può
applicare alla distribuzione degli insediamenti urbani in una data zona.
Analisi spaziale. In geografia
umana è l’analisi dei rapporti tra luoghi e tra aree, soprattutto dal punto di
vista dei fenomeni sociali, allo scopo di spiegare i modi con cui i fenomeni
sociali si proiettano nello spazio. L’a. s. si è diffusa specialmente negli
anni Sessanta ad opera di alcuni geografi anglosassoni.
Anecumène. Si designano con
questo termine i territori della Terra disabitati. L’a. non comprende soltanto
le calotte polari, ma anche le REGIONI disabitate sparse per l’EcuMÈNE come i
deserti, le foreste vergini, le paludi e le zone di alta montagna: attualmente
secondo l’Ortolani l’a. si estende su 27,3 milioni di kmq.
Antropogeografia. V. GEOGRAFIA
UMANA.
Antropogeografiche (Leggi). Le principali L. a. secondo Maull
(1887-1957) e Lorenzi (1874-1948) sono:
1. la
legge della causalità;
2. la
legge dell’intermediario, cioè delle azioni indirette della natura sull’uomo;
3. la
legge del mutamento dei rapporti;
4. la
legge dello sviluppo storico;
5. la
legge dell’emigrazione e della trasmissione (i gruppi umani che emigrano, e ciò
avviene per lo squilibrio tra l’entità della popolazione e le risorse del
territorio abitato, trasmettono il loro patrimonio culturale all’ambiente che
vanno ad abitare, ma ne subiscono anche l’influenza in varia misura);
6. la
legge della persistenza dell’attività umana (un dato paesaggio antropico
mantiene le sue caratteristiche se l’uomo persiste nella sua azione di
opposizione al disfacimento naturale; 7. la legge di correlazione (tra i vari
fenomeni i rapporti sono reciproci e complessi).
Apartheid. Termine inglese che nella Repubblica Sudafricana a lungo
ha designato la politica di segregazione razziale nei confronti della
popolazione di colore, che così veniva limitata nei diritti politici e civili.
Nel 1991 sono state abrogate le leggi fondamentali su cui si reggeva il sistema
dell’a.
Arabi. Popolazione del ramo occidentale dei semiti. Forse originari
della penisola arabica meridionale, fino a Maometto furono divisi in tribù
prevalentemente nomadi al Nord, sedentarie e agricole al Sud: praticavano la
religione politeistica. L’islam (cioè la religione fondata da Maometto) dette
loro unità religiosa e politica e fu la molla dell’espansionismo arabo (secoli VII
- IX) in Siria, in Persia, in Palestina, in Africa, in Spagna e in Sicilia.
Aratro. In AGRICOLTURA il primo strumento fu la zappa, ma un decisivo
progresso agricolo si verificò con l’uso dell’a., certamente diffuso in Egitto
e in Mesopotamia (v millennio a.C.) con la cerealicoltura e con l’ALLEVAMENTO
degli animali da tiro.
Arboricoltura. L’insieme delle pratiche relative alla coltivazione
delle piante legnose, specialmente di quelle da frutto, ma anche di quelle
ornamentali e di quelle boschive. In Italia l’albero è usato spesso come
sostegno di altri tipi di coltura (coltura promiscua), oppure costituisce
coltura specializzata, diversificata da REGIONE a regione (alberi da frutto,
ulivi, agrumi ecc.). L’a. moderna origina un particolare tipo di PAESAGGIO
agrario, con alberi disposti in filari a distanza regolare, che consentono il
passaggio di macchine agricole per la manutenzione e il raccolto.
Archeologia industriale. L’a. i. si occupa dei resti fisici della
Rivoluzione industriale: opifici, magazzini, DOCKS, impianti minerari, macchine,
case operaie, villaggi ecc. Spetta alla Gran Bretagna, aill’incirca nel 1960,
la creazione di questo campo di studi.
Area dl attrazione odi influenza. In GEOGRAFIA URBANA indica il
territorio più o meno vasto e più o meno distante su cui si esercita il potere
d’attrazione della CITTA’. L’a. di a. di una città varia in funzione di
condizioni diversissime, sia economico-sociali che politiche.
Area metropolitana. L’area situata attorno ad una grande città (METROPOLI)
su cui gravita per i vari servizi e da cui dipende. Tra le più popolose a. m.,
citiamo quella di New York.
Area urbanizzata. Consiste non soltanto in una zona con un AGGLOMERATO
URBANO vero e proprio, ma anche in un’area con un centro di grandezza appena
mediocre, con una popolazione fitta non dedita in prevalenza all’AGRICOLTURA;
un esempio di a. u. è Dato dall’Alto Milanese.
Aree sociali. Sono le unità urbane destinate a fini sociali;
vengono in considerazione in quanto si tratta di settori dell’articolazione
funzionale.
Aridocoltura. In inglese ‘dry farming’, cioè coltivazione a secco;
sistema di coltivazione nelle REGIONI a clima subdesertico o semiarido, con
terreni non irrigabili e con precipitazioni medie annue inferiori a 500 mm:
consiste in una opportuna lavorazione del suolo, allo scopo di fargli immagazzinare
il più possibile l’acqua delle scarse precipitazioni. L’umidità del suolo viene
conservata mediante strati di paglia o di terriccio e con un dissodamento molto
fitto.
Armeni. POPOLAZIONE indoeuropea, ora stanziata in parte nella
repubblica ex sovietica dell’Armenia, in parte in Turchia, in Romania, in
Ungheria, in Iran, in Europa e negli Stati Uniti. La “questione armena” è sorta
alla fine del secolo scorso a causa dei massacri di Armeni compiuti dai Turchi
e della diaspora che ne è seguita. Oggi gli Armeni costituiscono una minoranza
cristiana nella Turchia islamica.
Artigianato. Antico sistema produttivo che viene esercitato in
proprio o con l’aiuto di pochi dipendenti generalmente in una bottega. Nell’età
contemporanea l’a. assolve compiti economici e produttivi di non trascurabile
importanza, specialmente nei piccoli CENTRI e nelle campagne; l’a. è presente
anche nei grandi centri, limitatamente a quei prodotti che per le loro
caratteristiche artistiche o di lusso sono e saranno sempre fabbricati
all’interno di una modesta bottega artigianale.
Assi di sviluppo. Gli ordinamenti economico-spaziali possono
svilupparsi in modo lineare, lungo appunto gli a. di s.
Attiva (Popolazione). V. POPOLAZIONE ATTIVA.
Attività (Tasso di). Rapporto percentuale tra la POPOLAZIONE ATTIVA
e il totale della popolazione in una data area. In linea di massima il t. di a.
è tanto più elevato quanto maggiore è la proporzione di adulti e di donne
attive, quanto più varie sono le occupazioni, quanto più numerosi sono gli
immigrati e quanto meno numerosi sono gli emigrati.
Attività commerciale o commercio. La differente distribuzione delle
MATERIE PRIME e dei prodotti lavorati nei diversi Paesi rende necessario lo
scambio dei beni tra i vari territori abitati e genera quel complesso di fatti
economici chiamato a. c. L’a. c. occupa una posizione preponderante nell’ambito
del settore terziario, sia perché assorbe una notevole aliquota di POPOLAZIONE
A1TIVA, sia per la varietà e complessità delle forme sotto cui si presenta. Il
commercio può essere interno, cioè fondato sull’insieme degli scambi entro i confini
di uno stesso Stato o estero, quando gli scambi avvengono con i Paesi
stranieri.
Attività di base (Teoria delle). La t. delle a. di b. si fonda sul principio
che vanno considerate le attività urbane rivolte verso l’esterno e non quelle
collegate semplicemente alla sussistenza. I beni e le prestazioni fruibili
dalla POPOLAZIONE esterna alla città corrispondono alle funzioni basilari (di
base); quanto più consistente è l’insieme di beni e di servizi che la città
invia all’esterno, tanto più elevato è il livello funzionale della città. Le
funzioni non di base, ma banali consistono nei beni e nei servizi all’interno
della città, offerti per il soddisfacimento dei bisogni della popolazione.
Attività industriale o industria. Attività economica che si
prefigge la trasformazione delle MATERIE PRIME in prodotti finiti, pronti per
l’uso o in altri prodotti destinati a essere ulteriormente trasformati. L’i.
viene detta di assemblaggio quando assembla varie parti ottenendo un prodotto
finito, ad es. l’i. automobilistica che assembla motori, carrozzerie, ruote,
parti elettriche ecc., spesso costruite da fabbriche diverse. L’i. di assemblaggio
utilizza prodotti che hanno già subito una trasformazione, a differenza ad es.
dell’i, siderurgica che utilizza materie prime come carbone, calcare e minerali
ferrosi. L’i. può essere leggera o pesante: la prima, che non richiede
l’installazione di grandi impianti fissi e che produce beni di piccola mole e
di largo consumo, comprende l’i. tessile, alimentare, cartaria, del legno,
dell’abbigliamento, artistica, grafica ecc.; la seconda include l’i.
sidero-metallurgica, l’i. chimica e quella meccanica. L’i. pesante, che esige
l’installazione di grandi Impianti fissi, si distingue dall’i. leggera per
l’impiego di materie prime voluminose e pesanti, il cui prodotto finito ha un
basso valore aggiunto per unità di peso. Statisticamente le i. vengono
classificate in piccole, medie e grandi, in base al numero di addetti. Per i
fattori della localizzazione industriale v. LOCALIZZAZIONE INDUSTRIALE.
Attività quaternarie. Comprendono le attività superiori come quelle
della cultura e della scienza, della direzione politica e della dirigenza
d’impresa, della ricerca tecnologica e dell’analisi di mercato.
Attività terziarie. Tra le a. t. emergono i trasporti e il
COMMERCIO, seguono il TURISMO, l’attività creditizia, assicurativa, quella
svolta dai liberi professionisti e dalla privata e pubblica amministrazione;
infine compaiono “i servizi” in senso più stretto, come i servizi industriali,
civici, domestici ecc. In un dato Paese più le a. t. sono sviluppate e maggiori
sono il grado di civiltà e il livello di vita raggiunti.
Australoide. Ramo delle razze umane che comprende quattro tipi
principali: il tipo australiano propriamente detto, localizzato in Australia;
il tipo tasmaniano, estinto nel 1876 e isolato geograficamente in Tasmania; il
tipo melanesiano, che abita le isole della Nuova Caledonia e quelle delle Nuove
Ebridi; infine il tipo papua- no, tipico della Nuova Guinea. Caratteristiche
comuni: colore della pelle da bruno scuro a nerastro, capelli scuri e ondulati,
cranio prevalentemente dolicocefalo, fronte bassa e prominente e prognatiSmO
più o meno evidenziato.
Autarchia. Termine greco che in italiano significa
‘autosufficienza’. Politica mirante a rendere l’ECONOMIA di uno Stato
indipendente dagli scambi con l’estero; ciò è avvenuto in Italia durante il
fascismo, ma i risultati sono stati negativi ed è aumentata la POVERTÀ del
PAESE.
Autoconsumo. Consumo totale o parziale di beni e di servizi da
parte degli stessi produttori. L’a. è presente soprattutto nell’AGRICOLTURA e
nei settori a essa assimilati (pesca); un alto grado di a., cioè una forte
quota di produzione sottratta al MERCATO, indica in genere condizioni di
arretratezza economica.
Autostrada. Strada libera o a pedaggio adibita esclusivamente alla
circolazione veloce di autoveicoli. Sue caratteristiche: separazione da ogni
altra arteria stradale, lunghi rettifili, curve larghe, diverse corsie di
scorrimento, isolamento da ogni CENTRO abitato e accessi e uscite a senso
unico. La costruzione di a. introduce nel PAESAGGIO elementi del tutto
imprevisti e stabilisce una nuova gerarchia tra i centri abitati, sovvertendo i
valori fondiari dei terreni attraversati dall’a. Le vecchie strade si
raccordavano al paesaggio, l’a. invece si isola dal contesto ambientale, che le
rimane del tutto estraneo e soltanto in corrispondenza degli svincoli ha un
effetto polarizzante.
Avamporto. PORTO ausiliario, situato allo sbocco di un estuario
lungo il quale il porto principale è ubicato a una distanza tale da renderne
difficile l’accesso; per es. Cuxaven per Amburgo, Wesermunde per Brema.
Avanmare. Tratto di mare antistante un PORTO, che viene solcato da
navi che attraccano o salpano dal porto stesso.
Azzonamento. Suddivisione del TERRITORIO in parti a destinazione
d’uso diversa, specificata da una normativa come nel piano urbanistico; mediante
l’a. si controlla e si indirizza lo sviluppo delle diverse zone. L’a. definisce
la forma, il dimensionamento e il collegamento delle singole parti della città;
fissa l’uso del suolo e degli edifici, i terreni con divieto di edificabilità e
quelli rurali, e guida inoltre lo sviluppo della comunità anche con
l’indicazione dei servizi. Tra le prime città ad usare l’a. fu Berlino
nell’Ottocento ad opera dell’urbanista R. Baumeister che divise la città in tre
zone: industriali (da ubicare in periferia e presso corsi d’acqua e linee
ferroviarie), commerciali (da ubicare in aree più vicine al CENTRO) e
residenziali (a più diretto contatto con la campagna).
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